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Bribano-Agordo

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Già prima che ferrovia “Treviso-Belluno” entrasse in funzione nel 1886, si era valutata l’idea di costruire un collegamento ferroviario tra Conegliano, Belluno, Pusteria e quindi con l’importante linea del Brennero. Uno studio aveva evidenziato come attraverso il valico di San Ubaldo e risalendo la Val Cordevole e del Gader (Val Badia), si potesse facilmente scenderà nella Pusteria ed allacciarsi all’importante arteria che risaliva a nord, verso l’Austrie e la Germania. Ma come in altre occasioni non si giunse ad una conclusione plausibile. Durante il Primo Conflitto Mondiale, il IX Corpo d’Armata pensò di allestire un binario leggero in sede stradale sull’unica via che portava da Bribano ad Agordo, questo per trainare, tramite piccole vaporiere militari o muli, convogli contenenti materiale bellico e rifornimento per i soldati del fronte posto sulle Dolomiti. Più tardi l’opera si dimostrò poco efficiente per via della grande mole di materiale da trainare: venne quindi issata una filovia elettrica proprio al di sopra della sede stradale. Questa serviva ad alimentare gli autocarri con motore elettrico che salivano e scendevano verso Agordo proprio come avrebbe fatto un qualunque filobus. Nelle miniere di Val Imperina già dal XV secolo, venivano estratti minerali preziosi che servivano all’industri navale e civile: calcopirite, galena e blenda; sopratutto la calcopirite veniva lavorata sul posto per la produzione del rame, questo veniva poi veniva mandato direttamente a Venezia per essere utilizzato come rivestimento nella costruzione delle navi. Dal 1893 le miniere, da statali divennero di proprietà della famiglia De Manzoni di Agordo, nel 1918 passarono alla Montecatini di Milano che estraeva, grandi quantità di calcopirite a scopo chimico dai unici due pozzi rimasti ancora aperti. Fu proprio la Montecatini che ottenne la concessione di costruzione ed esercizio di un linea ferroviaria che collegasse la linea FS di Bribano con le Miniere di Val Imperina e quindi Agordo. La nuova linea venne fatta costruita dalla SAIF, Società Anonima Industriale Ferroviaria con sede ad Agordo, costituita dalla Società Montecatini; titolare dell’appalto fu la SABCC, Società Anonima Bellunese Costruzioni Civili. I lavori vennero iniziati nel giugno 1922 e furono conclusi nell’autunno 1924. L’11 gennaio 1925 la linea iniziò il servizio regolare con 6 corse di treni passeggeri al giorno, (3 andata e 3 ritorno) composti di carrozze a due assi e terrazzini con posti di 1a e 3a classe. Le partenze da Agordo erano stabilite alle ore 7.20, 10.50 e 16.20 con ritorno da Bribano alle ore 9.10, 13.40 e 18.10 per un tempo di percorrenza di circa un’ora e quindici minuti, con fermate in tutte le stazioni: Peron (facoltativa), Stanga, Muda, La Valle-Rivamonte ed Agordo.  I treni merci che portavano minerali raggiungevano nei giorni di punta le 12 corse. La “stazione” di carico era composta da un gruppo di binari, nei pressi dei quali giungevano diverse teleferiche, i treni una volta pronti alla partenza si immettevano nelle rete normale. Altri trasporti frequenti che avvenivano su questa tratta erano tronchi e tavole di legno, prodotti caseari in genere, alimentari ed industriali. La tratta ferroviaria Bribano-Agordo era una linea di 28.9Km con semplice binario, a scartamento normale, come pendenze massime del 31 per mille e raggi di curva minimi di 150 m. Le locomotive dal peso complessivo di 36t raggiungevano i 60Km/h, tale velocità veniva data da 4 motori elettrici da 121Kw/h alimentati da corrente continua a 2200V, realizzata dalla CGE (Compagnia Generale di Elettricità) e fu una delle prime applicazioni ferroviarie della corrente continua ad alta tensione: le FS cominciarono ad usarlo nel 1928 nella tratta Benevento-Foggia a 3000V. La linea svolse bene il suo compito: ma nei primi anni cinquanta la riduzione dell’estrazione mineraria e lo sviluppo della motorizzazione stradale portarono alla soppressione della ferrovia che venne chiusa all’esercizio il 16 novembre 1955 nonostante le proteste popolari. Della linea rimangono solo le vestigia lungo la strada che da Belluno porta ad Agordo, vari manufatti ferroviari come caselli, ponti, portali di gallerie. Il materiale rotabile fu accantonato e successivamente demolito; si salvarono i quattro locomotori che vennero acquistati dalla Società La Ferrovia Italiana  (LFI) che nelle proprie officine di Arezzo Pescaiola ne ristrutturò i numeri LB1 e LB4, rendendolo adatti alla tensione di 3000V, modernizzandone anche le casse e poi i carrelli. Oggi sono tutt’ora in attività come LFI EDZ 11 (ex SAIF LB1) ed LFI EDZ 14 (ex SAIF LB4).

Biblografia:
http://www.locatellialberto.it/treno/treno010.htm
http://www.model71.it/ScalaH0/BribanoAgordo/Storia%20Bribano%20Agordo.htm
www.wikipedia.it
Fotografie recenti scattate da Dell'Agnola Silvio
Testo: Dell'Agnola Silvio
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