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Col di Lana

Agordino > Livinallongo
Il Col di Lana è un “monte” di circa 2452, collocato tra Pieve di Livinallongo e Colle Santa Lucia; ha una tipica forma conoidale, tipicamente vulcanica, tale forma la si nota in particolare dal fondo valle nelle vicinanze di Alleghe. Oltre ad avere la forma di vulcano è costituito da roccia silicea, i suoi pendii erbosi e rocciosi sono costellati da numerose specie floristiche.  Trova a suo malgrado grande importanza nel corso della I guerra Mondiale. Tra il 1897 e il 1900 attorno a questo colle vengono costruiti dagli Austriaci i forti di La Corte e Tre Sassi; il 24 maggio 1915, dopo la dichiarazione di guerra italiana, diventa un punto dove passa la linea del fronte, al pari della Marmolada, Mesola, Padon, Foppa, Col di Roda, Sief, SetSass, Sass de Stria, Lagazuoi. Alla fine di maggio e nel mese di giugno del 1915 le truppe italiane avanzano da Caprile ed occupano Colle Santa Lucia, Monte Pore, Larzonei, Andrai, Collaz, Foram, Salesei, Pieve. Il comando austriaco ordina l’evacuazione dei paesi e trasferisce il monumento di Caterina Lanz (inaugurato nel 1912) nel cimitero di Corsara. Le popolazione della parte bassa della valle va profuga a Colle Santa Lucia oppure viene condotta dalle Autorità italiane in Piemonte, Toscana, Abruzzo, Marche. La Popolazione della parte alta della valle va profuga in Val Badia, in Val Punteria e perfino in Boemia. Il forte La Corte risponde al fuoco delle artiglierie italiane e bombarda il territorio occupato: Pieve (nelle vicinanze del Col di Lana) viene bombardata il 17 agosto 1915; poco dopo il forte viene abbandonato ed il comando si trasferisce sul Col di Roda. Il settembre 1915 Pieve appare ormai deserta e distrutta, soltanto soldati italiani si aggirano per i villaggi e l’obbiettivo del fronte si concentra sul Col di Lana. La mina del Col di Lana viene fatta saltare, per ordine del maggiore Mezzetti, dal Tenente Gelasio Castani, duca di Sermoneta, alle ore 22.35 del 17 aprile 1916: 110 soldati austriaci rimangono uccisi nelle caverne, 170 vengono fatti prigionieri. Questo fatto regala al colle il soprannome di Col di Sangue, ovunque durante il conflitto vengono sepolti i caduti dei due fronti. Nel 1935 verrà costruita sulla sommità del Colle la cappella in onore dei caduti Italiani e Austriaci della prima Guerra Mondiale.
La salita
Dal passo di Valparola (m2168) si raggiunge l’omonimo Rifugio, si discende nel piano erboso (laghetto), si prosegue per il prato tenendosi bassi (al di sotto dei Settsass), si discende una breve rupe munita di cordino (segnavia N°23) si continua per sentiero ben segnato, evitando il cartello che indica “Pralongià” in circa 1.30 h si raggiunge la Sella del Sief. (m2262). Si discende la Sella, seguendo il segnavia N°21, per cresta erbosa verso sud, panorama mozzafiato sull’altipiano del Cherz  e la Valle del Rio del Castello, in breve tempo si giunge alla “forcelletta” (m.2209) sulla parte basale del Monte Sief (m.2424). Per cresta facile, lungo le trincee, si raggiunge la parte sommatale. Si ridiscende su una forcella (m.2337), con l’ausilio di scalini e cordino metallico, si segue il tracciato che risale prima per ripide rocce (scalini metallici) e poi per cresta, primo passo, prima di cominciare la finale salita al Col di Lana (m.2462), sempre con l’ausilio di cordino metallico, non così necessario in certi tratti, ma comunque utile. Si giunge quindi la croce sommitale, (3h) croce che rappresenta il dolore di tutti quei ragazzi che sono caduti su questa montagna, il dolore delle famiglie, un momento di silenzio e tanti momenti spesi a pensare sono d’obbligo.
Biblografia:
L'AGORDINO e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive - Edizioni LagirAlpina
http://www.comune.livinallongo.bl.it
www.wikipedia.it
Testo e foto: Dell'Agnola Silvio
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