La Valle Agordina - La Val
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Il Paese
La Valle Agordina è collocata
nell'ampia valle formata dai Torrenti Missiaga e Bordina (La Muda e
Le Campe sono poste sul Cordevole). È racchiusa dai Monti San
Sebastiano a Nord-est dal Monte Talvena e Monce Cielo a est e i colli
di Lantrago e Moiazza a nord. Nel XII secolo nella frazione di
Conaggia si trovava il castello detto “Castel Canaola”, forse
riferimento a un certo Ronzone o Rozone Canavula, appratente alla
famiglia Della Valle, del castello, ad oggi, non rimane traccia,
tuttavia scavi di epoca recente hanno portato alla luce diversi
reperti. L'abbondanza idrica della zona ha fatto si che il paese
fosse esposto a diverse inondazioni: nell'aprile 1701 una disastrosa
alluvione detta “Boa” colpì il paese, ci furono circa 50 morti,
oltre alla distruzione dell'antica chiesa che si trovava nei pressi
dell'attuale cimitero, la frana si era addensata in una massiccia
quantità di fango nella valle della Bordina, sulle cui sponde ancora
oggi si possono osservare dei depositi argillosi. Altre alluvioni si
sono susseguite negli ultimi tre secoli, come quella derivata da una
frana sotto il “Col Pan d'Ors” e quella dell'autunno 1966, che
colpì l'Agordino intero.
La Chiesa di San Michele Arcangelo
La
chiesa parrocchiale è intitolata a San Michele Arcangelo, edificata
attorno al 1720, dolo la distruzione della vecchia chiesa da un
inondazione, venne eretta a parrocchia nel 1774. l'edificio originale
venne interessato da un intervento di rifacimento su progetto di
Giuseppe Segusini nel 1862. la facciata della chiesa, rivolta a
sud-est, presenta ai due lati due lesene costituite da conci e al
centro il portale d'ingresso e il rosone. Il campanile a base
quadrata, con doppia cella dove sono alloggiate 5 campane, suddivise
su due piani, entrambi caratterizzati da una bifora per lato, e
coronato dalla guglia piramidale che si imposta su 4 timpani. Il 27
febbraio 1818 gli Austriaci distrussero le 5 campane del campanile e
le trasformarono in cannoni. Nel 1924 a guerra finita, le 5 campane
vennero ricostruite con il bronco dei cannoni Austriaci e tornarono a
risuonare nella conca laVallese, come predetto dalla “profezia”
del Santo Certosino di Vedana: il monaco, parlando con gli austriaci
intenti a rimuovere le campane, chiese cosa ne avrebbero fatto, alla
risposta: “cannoni”, il certosino così replicò, “ebbene, vi
assicuro che gli italiani prenderanno i vostri cannoni per rifare le
nostre campane!”. L'interno si compone di un unica navata, sono
conservate al suo interno opere di pregio: una tela che rappresenta
“San Gregorio Magno e le Anime del Purgatorio”; l'altare maggiore
ligneo intagliato da Valentino Panciera Besarel realizzato nella
seconda metà del XIX secolo con inserito il Tabernacolo di Andrea
Brustolon realizzato nel 1697 (appartenuto alla vecchia chiesa); La
pala ritraente i “Santi Michele Arcangelo, Giovanni Battista e
Pietro” dipinta da Giovanni Fossa del 1706 commissionata all'autore
da Pietro Mamani, ora posizionata sull'altare delle anime o dei
“Caraghete” appartenente al vecchio altare di San Gregorio Magno;
la tela raffigurante i “Santi Antonio Abate e Francesco d'Assisi”
realizzata da Anton Lazzarini; una pala raffigurante “San Domenico
Guzman” del Ridolfi del 1708 e gli affreschi realizzati tra il 1944
e il 1946 da Teodoro Licini rappresentanti i quattro
evangelisti: “San Matteo con L’Angelo”,”San Marco del Leone”,
“San Luca con il Bue” e “San Giovanni con l’Aquila”;
l’immagine di Dio sul trono, su sfondo azzurro, con ai lati,
presumibilmente, San Pietro e San Michele, con sfondo rispettivamente
Piazza San Pietro e la vallata di La Valle.
Glossario:
Lesena: consiste in un fusto a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa con relativi capitelli e base. (è decorativo e non portante).
Parasta: è una struttura verticale (pilastro) inglobato in una parete, dalla quale sporge solo leggermente. È un elemento di sostegno della struttura.
Bifora: è divisa verticalmente in due aperture, divise da una colonna o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti.
Metopa: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra scolpita a rilievo, solitamente raffigurante un disegno, posta in alternanza ai triglifi.
Triglifi: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra, decorata con scanalature verticali (glifi): le 2 scanalature centrali sono uguali, mentre le 2 laterali sono la metà di quelle centrali e messe insieme formano la 3a scanalatura ideale. Da qui il nome triglifo.
Cella: “cella campanaria” si intende la parte alta del campanile dove alloggiano le campane.
Timpano: è la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, i cui tre lati si chiamano geison.
Ghimberga: indica un altissimo frontone, appuntito a forma triangolare, spesso traforato e ornato, che ricopre l'arco di una volta o di un apertura in un muro.
Aula: è la porzione che va dalla facciata al presbiterio e può comprendere una o 3 navate normalmente.
Navata: è la suddivisione interna di un edificio per mezzo di colonne o pilastri separati da arcate o architravi.
Presbiterio: è la parte riservata al clero officiante ovvero i presbiteri.
Abside: è la parte terminale della chiesa, può essere a base semicircolare o poligonale.
Biblografia:
Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive