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Livinallongo

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    Livinallongo    1475m      
  
Livinallongo del Col di Lana è un comune diffuso in quanto la sede comunale è la frazione di Pieve di Livinallongo e con Arabba rappresenta il simbolo del “Fodom”. Fa parte della storica regione della Ladinia. Si distribuisce nell'alta Val Cordevole, tra il gruppo del Padon, Col di Lana, Altopiano del Cherz e Gruppo del Sella. Viene attestato la prima volta nel 1265 con il nome di “Livinal” e dal 1275 come “Livinallongo”, il toponimo è formato dall'aggettivo “lungo” e dal termine ladino “livinal” ovvero gola o vallone franoso. Si tratta quindi di un chiaro riferimento alla morfologia del territorio. Mentre la particella “Fodom” viene collegato al latino “fagus” ovvero faggio. Il nome tedesco, della zona, “Buchesthein”, infatti è composto da “buchen” ovvero faggio e “stein” ovvero rocca o castello (richiamo al Castello di Andraz). Attorno all'anno mille, sulla descrizione dei confini della Val Pusteria bengono citate alcune località della zona. Con Corrado il Salico, probabilmente compresa nella contea della Valle Norica, venne assegnata al principato Vescovile di Bressanone, istituito il 7 giugno 1027, in questo modo al clero locale spettava anche il potere temporale, e per amministrare il territorio ci si appoggiava a famiglie feudatarie, come alcune importanti famiglie: Rodank, Schoneck, Avoscano e Stecconi. I coloni di queste zone provenivano dalla Valle d'Isarco e Val Pusteria dal momento che la colonizzazione di questi territori avveniva solo con consenso dei vescovi. Attorno al 1141 fu fondata l'Abazia di Novacella con possedimenti anche su Livinallongo: uno scritto datato 1142 documenta la donazione al convento del “mansus Puchberc qui dicitur Wersil”, un maso identificabile con Fursil, nella zona di Colle Santa Lucia.  
    La Chiesa Parrocchiale di San Giacomo      
La chiesa di San Giacomo risale al 1140, anche se forse gia prima dell'anno 1000 sorgeva una chiesetta nel contesto del Castello di Andraz. Venne consacrata nel 1478 dal Vescovo ausiliario di Trento, proveniente da Badia e mandato affinché predicasse in italiano. Nel 1336 risultavano filiali della Pieve di San Giacomo le chiese di Arabba, Andraz; Caprile e Colle Santa Lucia. Nel 1350 l'edificio e la'nnesso camposanto vennero danneggiati durante lo scontro tra Avoscani e Stucconi per le mire di conquista del Castello di Andraz. Nel 1454 la Pieve fu ricostruita, periodo questo, dove era in corso la guerra tra la Serenissima e il Conte del Tirolo Sigismondo; nel 1603, su decisione del Vescovo di Bressanone Christoph Andreas von Spaur durante il sinodo diocesano, la Pieve di Livinnallongo confluì, assieme a quelle di Fassa e Marebbe, in un unico decanato. Nel XVII secolo sotto la Pieve di San Giacomo confluirono la curazia di Colfosco e l'espositura di Corvara. Nel 1683 la Chiesa venne totalmente restaurata per volere del pievano Don Bartolomeo Caldonazzi; il 2 settembre del 1687 venne gravemente danneggiata da un incendio. All'inizio del XIX secolo, avviene la soppressione del decanato istituito nel 1603, quindi alcune chiese rimasero sotto la diocesi di Bressanone, mentre altre passarono alle diocesi di Belluno e Trento. La Pieve di Livinallongo entrò a far parte del decanato di Marebbe, per poi diventare l'8 gennaio 1824 un decanato autonomo, nel quale il 29 agosto confluirono anche le chiese di Corvara e Colfosco. Nel 1830 la pieve venne ampliata, realizzando al suo interno il loggione e la cantoria. Il 18 agosto 1915 un colpo di un cannone austriaco, sparato contro le truppe del Regio Esercito che percorrevano la valle, centrò il campanile, che crollando rovinò sulla chiesa, danneggiandola seriamente. La Facciata a capanna della chiesa è rivolto ad oriente; presenta al centro il portale d'ingresso, sormontato e protetto da un tetto di larice. Sul lato meridionale dell'edificio si apre l'ingresso secondario a sestoacuto, accanto al quale è murata la lapide che commemora Don Giovanni Conaider, deceduto nel 1758. il Campanile a base quadrata in pietra è alto 56m, è stato costruito nel 1921-22 e ospita 6 campane. L'interno è costituito da un unica navata e contiene opere pregevoli: l'organo del 1929 costruito dalla ditta Mascioni; le statue raffiguranti i “Santi Antonio da Padova, Anna, Giuseppe, Luigi Gonzaga e Maria del Rosario” forse intagliate da Francesco Tavello; le rappresentazioni delle “Tavole della Legge”, dei “Quattro Evangelisti” e di “Gesù” e la Via Crucis dipinta da Alessandro Dejaco. Sull'altare dedicato alla Madonna del Rosario,  a sinistra della navata, trova collocazione un urna religiosa con le spoglie di San Felice, donate all'allora decano di Livinallongo direttamente da Papa Gregorio XVI nel 1843. un altra reliquia contiene un piccolissimo resto della Santa Croce autenticato a Roma nel 1838.
  Glossario:
Lesena: consiste in un fusto a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa con relativi capitelli e base. (è decorativo e non portante).
Parasta: è una struttura verticale (pilastro) inglobato in una parete, dalla quale sporge solo leggermente. È un elemento di sostegno della struttura.
Bifora: è divisa verticalmente in due aperture, divise da una colonna o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti.
Metopa: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra scolpita a rilievo, solitamente raffigurante un disegno, posta in alternanza ai triglifi.
Triglifi: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra, decorata con scanalature verticali (glifi): le 2 scanalature centrali sono uguali, mentre le 2 laterali sono la metà di quelle centrali e messe insieme formano la 3a scanalatura ideale. Da qui il nome triglifo.
Cella: “cella campanaria” si intende la parte alta del campanile dove alloggiano le campane.
Timpano: è la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, i cui tre lati si chiamano geison.
Ghimberga: indica un altissimo frontone, appuntito a forma triangolare, spesso traforato e ornato, che ricopre l'arco di una volta o di un apertura in un muro.
Aula: è la porzione che va dalla facciata al presbiterio e può comprendere una o 3 navate normalmente.
Navata: è la suddivisione interna di un edificio per mezzo di colonne o pilastri separati da arcate o architravi.
Presbiterio: è la parte riservata al clero officiante ovvero i presbiteri.
Abside: è la parte terminale della chiesa, può essere a base semicircolare o poligonale.
Paliotto: è la parte anteriore e decorata di un altare.
Ancona: dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull'altare. Termine riferito in particolare a opere del gotico e del primo rinascimento.
Biblografia:

Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
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