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Il Presepio nella Chiesa di Taibon

Presepio
   Presepio della Chiesa di Taibon      
Il Presepio della Chiesa di Taibon Agordino viene assemblato dalla mia famiglia dal 1985, quando l'allora Parroco Don Sergio De Martin, vedendo il presepio che mia madre realizzava nel salotto di casa, propose la realizzazione di un presepio simile anche in chiesa. Nei primi anni il presepio veniva allestito sotto gli archi laterali della navata, dove ora vi è l'altare di San Rocco; in seguito e tutt'ora viene realizzato all'inizio della aula a destra. La passione di Don Sergio per il presepio ha fatto si, che venissero sviluppate nuove idee gia all'inizio degli anni '90, con tentativi di di stelle con fibra ottica e il primo “notte-giorno”. Dal 1992 con l'arrivo di Don Mario Zanon la tradizione del presepio rimase, portando attorno agli anni 2000 all'acquisto della natività di 20cm, eliminando le vecchie statue da 30cm, con questa modifica si è potuto migliorare la prospettiva del presepio, e negli anni sono stati aggiunti particolari e nuovi automatismi, incentrati attorno al movimento dell'acqua e ai opifici. La chiesa ha contribuito all'acquisto della Sacra Famiglia, mentre altre statue sono state donate dai fedeli; la maggior parte appartiene alla collezione di Benvegnù Nella, della famosa marca Fontanini. Opifici, case, fienili vengono realizzati su basi di piccole dimensioni ed assemblate al momento della realizzazione del presepio, abbattendo così i tempi della costruzione. Il presepio non è certo il classico presepio palestinese ma un mix che unisce lo stile brullo delle zone desertica-sassosa e un ambiente più antropizzato e con innesti di laboratori protoindustriali, suscitando ogni anno, all'osservatore, sensazioni nuove e uniche.  
   Storia Generale del Presepio      
Il presepe o presepio è una qualsiasi rappresentazione, esposta in particolare nel periodo natalizio, che raffigura la “Natività di Gesù”. L'usanza, inizialmente prettamente italica, di allestirlo si è successivamente diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo. Il primo presepio fu realizzato da San Francesco d'Assisi nel 1223. le fonti per le raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Canbgeli di Luca e di Matteo, cosiddetti “dell'infanzia”, che riportano la nascita di Cristo avvenuta al tempo di Re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali al Re Davide. Molti elementi del presepe, però, derivano dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni, come il protovangelo di Giacomo e leggende successive.
Il termine deriva dal latino “praesaepe”, cioè greppi, mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano incustoditi ovini e caprini: il termine è composto da “prae” (innanzi) e da “saepes” (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. Un altra ipotesi fa nascere il termine  da “Praesepire” cioè recingere. Nel tardo latino delle prime vulgate evangeliche viene chiamato “cripia”, che divenne poi “greppia” in italiano e “krippe” in tedesco.

San Francesco nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da Papa Onorio III. Francesco era tornato nel 1220 dalla Palestina e colpito dalla visione di Betlemme, intendeva rievocare la scena della nascita di Cristo in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese. Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco, descrive così la scena nella “prima Vita”: “si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà, e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme”. Il presepio di Greccio ha come antefatto le “Sacre Rappresentazioni” delle varie liturgie celebrate in periodo medioevale. Nella rappresentazione di San Francesco, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù bambino. Si celebrava una messa, dinanzi alla mangiatoia dove Francesco cantava il Santo Vangelo. In particolare la presenza del bue e dell'asino è ricondotta al Protovangelo di Giacomo e da un antica profezia di Isaia che scrive: “il Bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo Padrone”. Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita di Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli Ebrei, rappresentati dal Bue e dai Pagani, rappresentati dall'asino. Il presepio nel corso dei secoli ha subito notevoli trasformazioni e diramazioni, basti pensare al Presepe Napoletano, inserendo in particolare dagli anni '80 congegni sempre più tecnologici, pur mantenendo il legame alla tradizione cristiana. Punto nevralgico, la scena della natività con i personaggi principali, dai quali dovremmo cogliere il significato di Famiglia, unione e rispetto: evitando quindi i banali paragoni tra Bue e Asino, ad esempio...
Testi,& Fotografie: Dell'Agnola Silvio con Nikon CoolPix P1000
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