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Alleghe - Alie

Agordino > Alleghe
    Caprile    998m      
Caprile sorge sulla confluenza di due torrenti il Pettorina e Fiorentina nel Torrente Cordevole. Tale posizione ha esposto il paese a diverse inondazioni. Caprile, come altre realtà Agordine, fu a lungo autonoma da Alleghe costituendo un comune a sé. Caprile risale al XII-XII secolo, secondo alcuni statuti: una copia cinquecentesca dello statuto, o meglio del leudo, della comunità di Caprile è stato recentemente ritrovato presso la British Library di Londra. Nel 1175 si ritiene che Caprile facesse parte del Cadore, successivamente nel 1420 il Cadore passa sotto il controllo della Serenissima. In base alla documentazione del 1769, Alleghe compare come villa del Capitanato di Agordo, mentre Caprile godeva di una giurisdizione propria; terminata l'epoca di Venezia, con il trattato di Campoformio nel 1807, passa sotto l'impero austro-ungarico; nel 1807, sotto la dominazione Napoleonica viene annessa all'Agordino non più come comune ma come frazione di Alleghe.
    La Chiesa di San Bartolomeo      
La chiesa di Caprile è intitolata a San Bartolomeo, venne costruita come Cappella nel 1181, e riedificata del XV secolo. Verso la fine del 1700 la Chiesa, che doveva assomigliare alle strutture di Rocca Pietore e di Santa Fosca, subì una forte trasformazione. In origine aveva uno stile gotico e venne trasformata in una Chiesa in stile barocco. La facciata si presenta intonacata di bianco al cui centro si apre il portale d'ingresso, dove al di sopra si trova una nicchia che custodisce una statua di San Bartolomeo, sopra la nicchia trova posto il rosone trilobato e prima del tetto a capanna una croce cristiana. Addossato alla chiesa sulla sinistra, alto e slanciato, troviamo il campanile neogotico in pietra nera, probabilmente costruito nel nel XV secolo: la vecchia campana è datata 1537. l'interno si presenta semplice con un unica navata. Mentre l'abside poligonale è decorata con finestre policrome raffiguranti i “Quattro Evangelisti, l'Ultima Cena” e l'Offerta di Abele”, il soffitto è attribuito a Valentino Rovisi del XVIII secolo; la pala dell'altare maggiore raffigura la “Gloria di San Bartolomeo”; una pala d'altare raffigura una scena con “un Santo inginocchiato, un uomo armato e Cristo”; una pala d'altare è dedicata a San Antonio da Padova, di autore sconosciuto; il ciclo pittorico che rappresenta le “Stazioni della Via Crucis” di Johan Karl Henrici (1737-1823) del XVIII-XIX secolo (prima si  pensava fosse opera del Ricci): conserva inoltre un calice cesellato e un turibolo a navicella del 1623; oltre a tre bandiere, una della Repubblica di Venezia del XVII-XVIII secolo, in cui spicca al centro il Leone di San Marco che appoggia la zampa sinistra su uno scudo in cui si raffigura l'arma dei Mocenigo; una bandiera che risale ai moti rivoluzionari del 1848 e una terza bandiera, più antica, risalente al periodo del Capitanato di Agordo. E l'organo del 1660.  
Testi, ricerche & Fotografie: Dell'Agnola Silvio con Nikon CoolPix P1000
Biblografia:

Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
Caprile di Giuliano Dal Mas Tipografia Piave del 2000
Ringrazio Don Franco Decima
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