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Campanil del Bramante

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Via Tissi
"Affascinante guglia, che per molto tempo è stata un ottimo banco di prova!

Il “Campanil del Bramante”, con “Guglia Rudatis” e ”Bocia” sono i più settentrionali degli aghi e fanno parte del Gruppo Inferiore degli Aghi di Pelsa. Questa guglia, alta 150 metri, è senza dubbio la più affascinante e conosciuta. Fu scalato per la prima volta il 02 settembre 1933 da Attilio Tissi, Leopoldo del Belgio, Giovanni Andrich, Carlo Franchetti e Domenico Rudatis. Per molto tempo è stato un banco di prova per gli alpinisti. Partendo dal Rifugio Vazzoler (raggiungibile da Capanna Trieste) ci si dirige verso il Rifugio Tissi, attraversando l’alta testata della “Val del Fòram” sotto la Torre Venezia, e risalendo verso le “Forzelete”; giunti sulla Sella di Pelsa, tratto erboso-ghiaioso posto sul fianco ovest della Torre Venezia si lascia il sentiero dirigendosi verso destra risalendo prati e poi ghiaioni, seguendo in tanto in tanto una traccia e l’evidente largo Canalone degli Aghi. Ci si dirige appena verso nord rispetto al canalone e si potrà chiaramente distinguere le tre guglie, che imperiosi si innalzano sopra di noi. Ci si porta all’intaglio tra il Campanile e la Cima degli Aghi.


1.      20 m. (VI, IV) si monta su un sasso appoggiato tra la parete del Campanile e un grosso masso, si sale per 2 metri fino ad un buon chiodo. Si obliqua verso destra per 6 metri, in direzione di alcuni grossi buchi con cordini (4 chiodi) e oltrepassare lo spigolo in forte esposizione (tratto chiave). Traversare la parete appoggiata per 3 metri, sino ad un poco visibile sosta con due chiodi.

2.      30m. (IV+) Salire direttamente la superficie rocciosa compatta e con buoni appigli, qualche metro versa destra dello spigolo o sullo spigolo stesso, ove appare più semplice, sino ad una nicchia posta 2 metri sotto il grande tetto che chiude tutta la parete(2 chiodi e 2 clessidre). Sosta du un chiodo e una grossa clessidra.

3.      20m. (III) Traversare a destra verso il lato opposto alla larga parete, sotto al tetto, sino al suo termine, ove si sale due metri fino alla sosta su 2 chiodi-

4.      25m. (I e II) Risalire il facile pendio, prestando molta attenzione ai molti massi smossi. Si giunge in vetta.


Discesa: Dalla Cima si ridiscende il piano inclinato, sino alla terza sosta, qui si appronta una doppia di 25 metri in direzione del pendio verso il “Bocia”; giusto prima dello stapiombo si trova un secondo ancoraggio di calata, dal quale si parte per la seconda doppia di 30 metri, nel vuoto, che porta a posarsi sulla cuspide sommitale del “Bocia”. Da qui un ultima doppia di 30 metri si scende sui ghiaioni basali.


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