Listolade - Ristolade
Listolade
Listolade 680m
Listolade è collocata
sulla confluenza tra Torrente Corpassa e Torrente Cordevole a 680m di
altitudine. Ai Piedi di Martinel (1336m), Martinela (1873m), Pighera
(1898m), tra i bastioni della Ia Pala di San Lucano
(2221m) e l'imperiosa parete della Lastia di Framont (2226m).
L'etimologia del nome Listolade, potrebbe derivare da Ustoladae,
(probabilmente dal Latino Ustus – cinabro bruciato – sostanza
colorante rosso) per la presenza di forni fusori nel 1500, per breve
periodo, personalmente ritengo che se un attività da il nome ad una
località, la presenza di questi forni dovrebbe essersi protratta nel
tempo (purtroppo non si hanno notizie più specifiche in merito), in
seguito divenne Ristolade e quindi Listolade. A proposito di fucine,
al di là della Corpassa una località è denominata “Forn”,
quindi forno, probabilmente vi erano dei forni fusori, in un
documento del 1365 si trova “Furno de Ystoladis” (ti) “Serafino
q. Bayro de Ustoladis”; altra testimonianza nel 1548 “Col de la
Fusina a nord di Listolade”. È di Taibon la maggior frazione e nel
periodo napoleonico era una regola facente parte il Comune di
SottoChiusa. Si divide, per parlata popolare, in “SotVila” e
“SoraVila”, dal momento che viene transitato dalla strada 203
Agordina. Si hanno le prime notizie del paese già nel 1500, per la
precisione nel 1446 viene citata la Villa di Listolade, sul III°
Libro Storia dell'Agordino di Ferdinando Tamis, parlando di taglio e
fluitazione sul Cordevole del legname (taje).
La posizione strategica
scelta dai primi colonizzatori per le ricchezze delle acque del
Torrente Corpassa accanto alla quale sorsero insediamenti
protoindustriali come mulini, pestini da orzo, gualchiere ovvero
opifici per la follatura della lana, fucine con magli e battirame.
Quest'ultima attività operò nella seconda metà del 1500 per alcune
decine di anni sfruttando il metallo estratto dalla Valle Imperina,
anche se si hanno indiscrezioni su miniere collocate in Val Corpassa
al Col Palanzin e Val Ru de Ros. L'attività di battirame,
documentata dal 1580, è una fucina dove si lavora il rame, in un
documento del 1603 si legge: “campo de mez dela Longheta” (a sud
di Listolade verso il Cordevole). Nei secoli grazie ai molti opifici
presenti sul proprio territorio è sempre stato un villaggio
autonomo, e di forte identità. Il Brentari nel suo libro Guida
Storico Alpina di Belluno Feltre scrive: “un ramo della Corpassa
muove varie seghe e molini.” . Fino
ai primi anni ’30 del XX° secolo erano attivi diversi opifici,
posti lungo la “rosta” che attraversava il Villaggio, quali
pestini da orzo, macine da mais e nell’ottocento un maglio da
ferro. All'inizio del XIX secolo, funzionava un torchio per estrarre
l'olio dai gherigli delle noci, a quel tempo coltivate in tutto
l'Agordino. Il prezioso olio veniva usato per diluire i colori, per
le vernici e per le lampade sacre. Presenta
le tipiche caratteristiche del villaggio alpino,
con fienili e vecchie case storiche. È un importante punto di
riferimento per raggiungere il Gruppo della Civetta da sud, grazie
alla Val Corpassa; si può tranquillamente dire che rappresenta dopo
Alleghe la miglior via di avvicinamento all'intricato sistema di cime
e guglie della Civetta. Seguendo la strada asfaltata della Val
Corpassa si raggiunge la Capanna Trieste (1135m) da dove si possono
intraprendere numerosi itinerari naturalistici, quali, Rifugio
Vazzoler, Rifugio Tissi, Rifugio Coldai, Rifugio Torrani, Bivacco
Tomé ai
Cantoni di Pelsa, nonché l'Alta Via N°1 che transita dalla Val
Civetta, Pian dela Lora, Forzelete, continuando sotto l'imponente
parete della Cime della Busazza (2894m) e prosegue per i ghiaioni del
Col Palanzin verso il Rifugio Carestiato.
Ogni estate si svolge la gara agonistica della TransCivetta con
partenza dal Paese di Listolade (organizzata dai giovani di
Listolade) e arrivo ai Piani di Pezzè. Può contare dal punto di
vista gastronomico sull’Albergo Ristorante Monte Civetta,
l’Agriturismo Val Corpassa nel Paese e la Capanna Trieste in fondo
alla Val Corpassa.
La Chiesetta del Redentore
La
piccola chiesa del Paese, collocata nella parte bassa del paese, è
intitolata a Gesù Cristo Redentore, anche se per devozione gli
abitanti sono legati alla figura di Beata Avazia (Beata Vaza) la cui
presenza è riscontrata già nel 1548. La chiesa è di piccole
dimensioni con l'abside che contiene sopra l'altare la statua del
Cristo Redentore, ai lati della quale sono rappresentati San Lucano e
Beata Vaza, su quest'ultimo, come fa notare Giorgio Fontanive, nel
suo libro su Listolade, si nota il profilo di una chiesetta, con la
particolare sagoma con il campanile a “vela” che certamente
rappresenta la primitiva struttura della chiesa. Sulla parete della
navata è collocato un quadro raffigurante Santa Lucia. La facciata
esterna, ai lati, presenta i ritratti di San Lucano e Beata Vaza e
sopra la porta d'ingresso una scena della vita della Beata. Sul lato
settentrionale della chiesetta c'è una croce incisa su un sasso
bianco, la leggenda narra che questa croce sia stata incisa da San
Lucano, in visita alla Beata Vaza nella sua abitazione di Listolade,
a testimonianza delle sue pie e caste intenzioni. Ogni venerdì santo
i giovani del Paese salgono al Col de Beata Vaza sul Col Martinel ad
accendere la croce.
El Pont de la Olta - sulla Corpassa
Il
Ponte della Corpassa denominato “Pont de la Olta”, dalla
descrizione del Brentari: “La strada scende, e con angolo acuto
gira la valle per passare su misero ponticello la Corpassa. Punto
assai pittoresco.” si evince che la strada all'altezza dei garage
dell'Impresa Edile Triches, scendeva per passare il Torrente Corpassa
su un semplice ponte, quindi risaliva e proseguiva verso la “Ciusa”.
Anche il geografo friulano Giuseppe Ferruglio transita di qui nel
1910, scrivendo nel suo libro del 1910, fa cenno al nuovo ponte della
Corpassa. L'opera in gran parte a carico dei Comuni di Soprachiusa,
fu realmente necessaria nel contesto di disastroso stato della
viabilità Agordina proprio per le difficoltà di trovare un accordo
di risorse di un opera posta al confine dei due comprensorio, inoltre
la costruzione di questo nuove ponte era osteggiata dalle Autorità
Militari per “Non creare ponti d'oro” al vicino nemico Austriaco.
Durante la Prima Guerra Mondiale il ponte venne fatto brillare degli
italiani in ritirata, quello costruito dagli austriaci risultava
troppo esile. Nel primo dopo guerra, 1919/20 il ponte venne
ricostruito dall'Impresario di Listolade Emanuele Dai Prà, un opera
di pregio e simbolo della tecnica di costruzione. In particolare
l'arco interno è costituito interamente da sassi di dolomia disposti
a raggiera e lavorati a mano. Le pietre per la costruzione venivano
preparate dagli scalpellini della Cooperativa dei reduci. I blocchi
venivano portati in loco utilizzando la “Decauville”, ferrovia a
scartamento ridotto a trazione animale, costruita dall'Esercito
Italiano e che fiancheggiava la rotabile. Antonietta Dell'Agnola (Zia
Antonietta) ricorda di una giovinetta salita su un carro per scherzo
e dopo aver acquistato velocità la fece precipitare nella scarpata
verso la Boa Bianca. Negli anni '80 il ponte è stato adeguato agli
standard delle esigenze del epoca moderna con la posa di lunghe travi
in calcestruzzo prefabbricate che ne hanno raddoppiato la sede
statale.