Cima dell'Elefante (2250m)
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Cima orientale del Gruppo posta al di sotto della Cima Listolade, è ben visibile del “Pian dei Pez” (appena dopo il Pian dele Taie in direzione del Rifugio Vazzoler). Si nota ed è caratteristico la forma di questa cima, la quale rappresenta a grandi linee il muso di un elefante con orecchie e proboscide. Al centro, in rilievo, davanti al poderoso e massiccio torrione si nota una guglia appoggiata alla parete, che crea la proboscide, con ai suoi fianchi due profondi diedri. I fianchi Sud-Est e Nord-Est del grande torrione sono delimitati da due profonde gole che la separano dalla Cima del Bancon e dal Gnomo di Babele, mentre dietro verso Nord-Ovest, una lunga cresta di sfasciumi la collega alla catena principale all’altezza della Cima Listolade. Fu raggiunta la prima volta da Renzo Videsott e Domenico Rudatis il 15 agosto 1930 per parete ovest, pochi giorni dopo fu risalita dagli stessi con Teresina Dai Prà (di Listolade) per parete Sud-Est; a questa via il 11 agosto 1933, Giovanni Zorzi apportò una lieve modifica, con maggiori difficoltà. Certamente la via più difficile è quella aperta da Georges e Sonia Livanos con Jean-Max Bourgeois e Marc Vaucher il 26 luglio 1968, salendo per parete sud, lungo il diedro che delimita il fianco sinistro della proboscide (relazione); un itinerario che sfiora il 6° grado, con notevoli difficoltà anche in artificiale.