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Déodat Dolomieu

Montagne > Le Dolomiti
Déodat Guy Tancrède Gratet de Dolomieu

(Dolomieu, 23 giugno 1750 – Chateauneuf, 26 novembre 1801)

Dolomieu è un villaggio dell’Isere, nella regione di Grénoble. È qui che nacque, Déodat, nel castello dei Gratet de Dolomieu, uno dei sette figli del marchese. Il nome Dieudonné, con cui è anche conosciuto è la traduzione francese di Déodat. Suo padre lo iscrisse molto presto verso i 3 anni, all’ordine di Malta, destinandolo così alla carriera militare. Questo avrebbe segnato tutta la sua vita, giacché gli avrebbe permesso di viaggiare e di soddisfare la su passione scientifica, ma lo avrebbe anche condotto a morte, come si vedrà più avanti. Malgrado il titolo nobiliare, Dolomieu riuscì ad attraversare quasi indenne la Rivoluzione Francese, grazie alla riconosciute competenze scientifiche. Ricevette l’educazione classica, dopo la quale si rivolse alla chimica e alle scienze naturali; sostenuto da una viva intelligenza e da una acuto spirito d’osservazione, si consacrò presto alle scienze della terra, la geologia. A 25 anni, dopo aver studiato a Metz dove era di guarnigione, cominciò a lavorare sulla pesantezza nelle miniera della Bretagna. Viaggiò poi in Portogallo, a malta, in Italia (dove studiò l’Etna e


gli affetti del terremoto calabro-siculo del 1783), in Egitto. Il suo studio sugli effetti del terremoto fu pubblicato simultaneamente in Francese, Italiano, Tedesco ed Inglse, sottolineava la maggiore distruttività del sisma su edifici costruiti su terreni alluvionati; u fenomeno di grande importanza riscoperto ripetutamente da geologi e ingegneri. Dolomieu descrisse molti minerali nuovi o mal conosciuti, come L’analcime (volgarmente detto: “occhio di gatto”), lo psilomelano, il berillio, lo smeraldo, la celestite e anche l’altracite. Ma la notorietà gli venne dalla scoperta della dolomia. Nel 1791, Dolomieu pubblicò nel <<Journal de physique>> un articolo intitolato “su un genere di pietre calcaree molto poco effervescente con gli acidi e fosforescente per collisione”. Aveva scoperto tale roccia sulle Alpi, e ne mandò alcuni campioni a

Téodore-Nicolas De Saussure, a Ginevra, per analizzarli. Fu questo scienziato che le attribuì il nome di Dolomia, in omaggio al suo scopritore, nel marzo 1792, in una lettera inviata allo stesso Dolomieu. La regione delle Alpi sarà chiamata Dolomiti solo molto più tardi: nel 1864 Josiah Gilbert e George Churchill, un pittore e un naturaista, pubblicaorno a Londra il resoconto dei loro viaggi con titolo: “The Dolomite Mountains”. Il nome si diffuse in Italia solo dopo la grande guerra, quando questo territorio entrò a far parte del Regno D’Italia. Dolomieu ebbe una fine di vita drammatica. Aveva partecipato alla spedizione in Egitto di Napoleone, ma durante il viaggio naufragò in Calabria e rimase imprigionato a Messina per 21 mesi, per oscuri conflitti con l’Ordine di Malta. Ritrovò la libertà solo il 14 giugno 1800, dopo la vittoria dell’esercito francese a Merengo. Molto scosso dalla prigionia, morì il 16 novembre 1801, a 51 anni

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