Avoscan - San Tomaso
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Gli Avoscano - Guadagnino e Giacomo
La Famiglia degli Avoscano era una famiglia signorile Agordina di fede Ghibellina e residente nell'attuale Avoscan, frazione di San Tomaso Agordino, erano cresciuti di prestigio durante la seconda metà del XIII secolo; le fonti più antiche ci raccontano di una famiglia piuttosto belligerante, spesso, impegnata in lotte per la supremazia con altre prestigiose Casate dell'Agordino: Sommariva di Alleghe, i Tenenti delle fortificazioni di Rocca, e Andraz in Tirolo (oggi Pieve di Livinallongo). La svolta politica della famiglia avviene quando Guadagnino Avoscano si allea con il celebre Cangrande della Scala, con Francesco della Scala detto Cangrande I, Signore di Verona, il quale aveva occupato la Città di Feltre.
Nel 1321, grazie alla collaborazione di buona parte della nobiltà Agordina, tra i quali Guadagnino Avoscan e Bettio Sommariva, Cangrande della Scala si insedia nel cuore dell'Agordino, ottenendo il controllo politico dei Castelli di Sommariva (Alleghe) e Avoscano (Avoscan-San Tomaso). Il Consiglio di Belluno mandò Fulcone Buzzacamino con le milizie a riconquistare l'Agordino, ma gli Agordini uniti agli Scaligeri, li assalirono di sorpresa presso Avoscan. Dopo lunga battaglia il Buzzacamino ebbe la meglio, sia pur con grandi perdite, morti, feriti e prigionieri, da entrambe le fazioni. Interrogati e torturati i prigionieri agordini, il comandante bellunese, venne a sapere chi erano i capi agordini che erano passati dalla parte di Cangrande della Scala; trasmise l'elenco a Belluno, e a seguito di un processo, furono banditi come ribelli Guadagnino Avoscano, Bittino Sommariva, con altri 4 di Avoscan e 2 di Canale. I beni dei traditori furono confiscati a favore del Comune di Belluno e venne stabilito che se qualcuno dei ribelli fosse stato arrestato gli sarebbe stata tagliata la testa e uguale pena venne stabilita per i figli maschi.
Nel 1322 Cangrande della Scala attacca e conquista la Città di Belluno e decreta che il bando per i Guadagnino Avoscano e Bittino Sommariva venga revocato, Cangrande riabilita i due nobili e conferisce a Guadagnino enormi poteri: lo fa Capitano perpetuo di Agordo, lui e i suoi discendenti, di tutta la Valle e dello Zoldano, con pieno potere giudiziario su tutta la zona. Guadagnino con la sua Famiglia riuscì in breve tempo a costruire un piccolo regno in Agordino e Zoldano, grazie all'appoggio della Casata degli Scaligeri e dell'imperatore, ma sopratutto ad una spietata sete di potere e mancanza di scrupoli. Guadagnino rimaneva quindi in Agordino mentre il figlio Giacomo seguiva il Cangrande nelle sue imprese di guerra. Giacomo Avoscano venne nominato cavaliere nel 1328, in una solenne cerimonia nella Cattedrale di Verona e nello stesso anno sposa Iacobina (Giacomina), figlia del Conte Vinciguerra da San Bonifacio.

A Treviso il 22 luglio 1329, a soli 38 anni, Cangrande della Scala muore, sinceramente rimpianto dalle nobiltà e dal popolo: le sue spoglie vengono portate a Verona, capitale dei domini e sepolte in forma solenne nella bella Chiesa di Santa Maria Antica.
< Cangrande I della Scala
Nel 1330 Guadagnino acquista dai nobili Schöneck i diritti sulle Miniere del Fursil e nel 1331 anche il Castello di Andraz. Nel 1335 acquista sempre dai nobili Schöneck, anche la giurisdizione di Marebbe, LaValle e Badia, divnetando il più potente signore bellunese. Poco tempo dopo Guadagnino muore di morte naturale, viene sepolto nella Cattedrale di Belluno, dove sotto l'altare della Cripta, è ancora presente la grande arca che Guadagnno si era fatto costruire nel 1330, con le figure inginocchiare di Guadagnino e del figlio Giacomo. Gli succede il figlio Giacomo, anc'egli intrepido e coraggioso. Con diploma del 10 giugno 1347, l'imperatore Carlo IV concedeva a Giacomo Avoscano: <<...nobile fedelissimo e benemerito...>> e ai suoi eredi il Capitanato di Agordo e Zoldo, <<.. ac gladi potestate...>>, con le facoltà, quindi, di condannare a morte i criminali e riscuotere in proprio le rendite dei territori di cui sono signori assoluti. Quando l'imperatore ritornò in Boemia, pone sotto la protezione di Giacomo di Carrara, signore di Padova, le città di Belluno e Feltre.
Nel 1349 Giacomo Avoscano si ribella al Vicario Imperiale di Belluno, Arrighetto Bongaio, suo acerrimo nemico, lo uccide e si impadronisce di Belluno. Allora Giacoimo di Carrara manda subito a Belluno Giovanni Coné degli Engelfreddi che, con molti soldati, entra in città, cattura l'Avoscano e lo fa condurre a Padova. Il Carrarese però, di animo nobile e generoso, lo fa liberare. Ma l'imperatore, venuto a conoscenza dell'uccisione del Bongaio, priva gli Avoscano dei titoli dei Feudi e delle giurisdizioni di Agordo e Zoldo. All'Avoscano rimangono Colle Santa Lucia, Andraz e Badia, che non sono nelle disponibilità dell'impero, ma sotto la giurisdizione dei Vescovi Principi di Bressanone. Giacomo Avoscano si rifugia nel Castello di Andraz, ma si arroga diritti non suoi e ciò provoca la reazione del Vescovo di Bressanone, del Vescovo di Trento e della Badessa di Sonnenburg, che sono reali titolari dei poteri amministrativi e giurisdizionali usurpati dall'Avoscano.
Imperatore Carlo IV >

Nel giugno 1350, Giacomo Avoscano venne assediato nel Castello di Andraz da circa 300 soldati al comando del prevosto Enrico Peringen e Corrado Göbel, cavaliere boemo fiduciario dell'Imperatore Carlo IV per Belluno e Feltre. Dopo poco più di 6 settimane d'assedio e combattimenti, l'Avoscano, rimase senza alcun aiuto dall'esterno e senza possibilità di approvvigionamenti di viveri, con un escamotage abbandona il castello travestito da donna. Il 10 Agosto 1350 Corrado Göbel prende possesso del Castello di Andraz. Da questo momento la Famiglia Avoscano esce dalla scena politica; Giacomo muore a Padova nel 1359 alla corte di Francesco di Carrara e con lui si estingue la stirpe degli Avoscano.
Del Castello, situato sulla desta orografica del Torrente Cordevole nell'attuale frazione di Avoscan, restano pochi ruderi, probabilmente appartenenti ad esso.
Testi, ricerche & Fotografie: Dell'Agnola Silvio con Nikon CoolPix P1000
Biblografia:
Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive