Tecniche Protoindustriali
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Lavorazione del Ferro
Nell'antichità per fondere il minerale
per ottenere ferro, si usava il forno a cumulo, ottenuto accatastando
il minerale in pezzi e il carbone di legna, ricoprendo poi di terra e
argilla, il tronco di cono così ottenuto, aperto in cima e con fori
di tiraggio in basso. Questi forni rudimentale erano distrutti dopo
la fusione, non raggiungevano mai temperature superiori ai 1200°. a
queste temperature il ferro non fonde, si otteneva quindi una massa
pastosa e spugnosa, che raffreddata produce ferro dolce, tenero e con
una bassa resistenza alla trazione, quindi non adatto alla
costruzione di attrezzi. Ecco l'importanza delle fucine, dove il
massello di ferro ottenuto dalla fusione, veniva battuto, sia per
eliminare le scorie sia per essere reso compatto. Questo perché la
lavorazione all'incudine porta alla diffusione del carbonio negli
strati superficiali rendendo il ferro acciaioso, cioè elastico e
resistente.


Nel medioevo i forni diventarono strutture stabili in muratura, legati con calce, con ventilazione, necessaria per elevare le temperature, a tal proposito veniva utilizzato un mantice. Questi miglioramenti aumentarono la resa fino al recupero quasi totale del metallo contenuto nel minerale. La ricerca del miglioramento della produzione conduce all'azionamento dei mantici con ruote ad acqua; i forni, che crescono di numero, vengono costruiti nelle valli nei pressi dei torrenti, le cui acque servivano ad azionare i grossi magli, necessari per la battitura e la forgiatura o per azionare le macchine per la trafilatura del metallo, cioè per ottenere tondini di ogni dimensione. Dopo il 1500, le tecniche fusorie subirono ulteriori sviluppi, con l'utilizzo di mantici sempre più efficaci e nuovi forni più preformanti era possibile raggiungere temperature più elevate. La colata di ferro conteneva valori maggiori di carbonio per cui non si otteneva più ferro dolce ma ghisa. I forni diventarono strutture complesse e raggiungevano altezze di quasi 12 metri, probabilmente venivano utilizzati da più imprenditori che portavano al forno il proprio materiale e il proprio carbone, disponendo di un numero determinato di giornate.
Testi, ricerche: Dell'Agnola Silvio
Immagini ottenute con IA con www.freepik.com
Biblografia:
Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive