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Tecniche Protoindustriali

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    Estrazione del Minerale      
Prima del XV secolo i metodi e gli utensili per estrarre i metalli dal terreno erano semplici e l'estrazione era un operazione dura e pericolosa: potevano crollare i tunnel e le malattie dovute al fatto di respirare la polvere e lavorare in condizioni di umidità erano comuni. In questa fase storica i minatori utilizzavano picconi, martelli e scalpelli. I primi giacimenti erano solitamente vicino alla superficie del terreno, e venivano scavati ottenendo delle grandi cave, questo primordiale metodo estrattivo era noto come miniera a “cielo aperto”. Talvolta venivano scavati dei tunnel per raggiungere una miniera all'interno della montagna; il soffitto di queste gallerie era puntellato da travi di legno. Si dovevano anche scavare canali di scolo per l'eliminazione delle acque che invadevano i tunnel, andando in profondità. Col esaurimento del giacimento di superficie, si dovettero studiare nuovi metodi per ottenere minerali, infatti a partire dal 1500 vennero migliorati i metodi di estrazione, a partire dal 160, per prosciugare le miniere furono messe a punto pompe azionate ad acqua o dagli animali. Le gallerei venivano aperte con martello e scalpello, procedendo molto lentamente, circa 4 centimetri al giorno. Dal 1600 vennero introdotte le esplosioni con la polvere nera e la tecnica della cosiddetta “foratura a penzoloni”.

I legittimi proprietari dei minerali e dei metalli erano le autorità sovrane sul cui territorio questi si trovavano: potevano essere, principi, vescovi, come come città, e anche il privato proprietario di uno specifico appezzamento di terra. I minatori dovevano chiedere il permesso di scavare al sovrano e dovevano dare a quest'ultimo una percentuale dei profitti. Dal momento che l'attività di minatore fruttava al sovrano un grande guadagno ed era un lavoro pericoloso e sgradevole, i minatori, spesso godevano di privilegi e talvolta erano esenti dal pagare le tasse.
Testi, ricerche: Dell'Agnola Silvio
Immagini ottenute con IA  con  www.freepik.com
Biblografia:

Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
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