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Selva di Cadore - Selva

Agordino > Selva di Cadore
Selva di Cadore (1350m)è posta in Val Fiorentina nell’alto Agordino, presenta un importante stazione turistica sia estiva che invernale, gli impianti di risalita di Pescul, infatti, la collegano con l’area Ski-Civetta di Alleghe. È delimitata a est dal Monte Pelmo (3168m) e dal Monte Crot (2169m), a sud dalla Cime del Fertazza (2082m) a Nord dal Monte Cernera (2664m). La parrocchiale è dedicata a San Lorenzo ed è la chiesa più grande di tutta la Val Fiorentina. Il campanile è stato ricostruito dopo i bombardamenti della 1° Guerra Mondiale. Venne menzionata la prima volta in un lascito del 1234, venne probabilmente edificata dalla gente del luogo un secolo prima. La tradizione vuole che sia stata fatta costruire dal “Negrone della Torre”, facoltoso possedente di Pescul e uomo d’armi, ma l’epoca in cui visse il “Negrone” la chiesa esisteva gia con certezza. Venne ristrutturata ed ingrandita nel 1316, venne consacrata il 6 ottobre 1438, ma, per un fatto di sangue avvenuto in chiesa pochi anni dopo, dovette essere riconsacrata il 19 ottobre 1447. Negli anni venne più volte ampliata e ristrutturata: 1811, 1825, 1852. Contiene l’Altare della Madonna del Carmine, fatto costruire dalla “Confraternita dei Battuti” e consacrato nel 1637; al suo interno i può osservare splendide tavole di Antonio Rosso dipinto nel 1476 raffigurante la “Madonna con il Bambino” tra i Santi, Lorenzo, Sebastiano, Rocco e Fosca; dello stesso artista anche l’annunciazione e gli episodi della vita di San Lorenzo. Interessanti anche le 4 pitture di Francesco Frigimelica, artista del ‘700 di Belluno. Il ciclo pittorico dell’abside, datato 1544 è attribuito a Giovanni da Mel. La seconda Chiesa per importanza del Comune è sita nella frazione di Santa Fosca, è un tempio in stile gotico, contiene preziosi decori e affreschi ed è nota per accogliere al suo interno un tabernacolo di legno realizzato dalla scultore Andrea Brustolon e un “flugelaltar” di Simone si Tesidio; sulla facciata esterna si trovano due affreschi rappresentanti Santa Fosca  San Cristofoto. Poco distante dalla chiesa si trova il piccolo cimitero dove riposa Giuseppe Mazzotti, famoso critico d’arte, scrittore e saggista italiano, assieme alla moglie Nerina Crétier. Viene documentata fin dal 1286, ma certamente più antica, è stata ricostruita completamente e riconsacrata dal patriarca di Aquileia nel 1438. Ristrutturata nel 1520 venne ancora consacrata nel 1527. Sempre nella frazione si Santa Fosca si trova un piccolo museo che ricostruisce la storia dei “destuda fuoch”, cioè i Vigili del Fuoco: all’interno si possono trovare varie fotografie che testimoniano la solidarietà tra i paesani un tempo, non ché le attrezzatura utilizzate in passato.
Chiesa di Selva di Cadore
Chiesa di Santa Fosca
Selva di Cadore è importante anche dal punto di vista storico grazie al ritrovamento di Mondeval dello scheletro di un uomo primitivo risalente all’epoca mesolitica, circa 7500 anni fa, ad opera dell’illustro personaggio Vittorino Cazzetta. Mondeval è una vallata alpina compresa tra Croda da Lago (2709m) e Cernera (2664m). “Mondeva de Sora” è un ampio pianoro ondulato racchiuso tra le potenti bastionate dei Lastioi del Formin (2657m), il Monte Alto Corvo (2445m), il Becco di MezzoDì (2609m) e il Col Duro (2335m); “Mondeval de sote” è la vallata che scaturisce dal primo altipiano e seguendo il Rio Cordòn scende verso la Val Fiorentina, circoscritta dal Piz de Monte Corvo (2623m) e il Col del Termen. È un luogo molto importante da punto di vista paesaggistico e naturalistico. Inoltre è importantissimo dal punto di vista storico, grazie ad un sito archeologico preistorico, scoperto nel 1985 da Vittorino Cazzetta, sotto un masso di roccia Dolomitica: un appassionato della sue terra sia da punto di vista geologico che storico, costui aveva notato alcuni reperti, in particolare manufatti litici e resti di pasto, nel terriccio accumulato da una marmotta, impegnata allo scavo della propria tana. Gli scavi sono avvenuti tra il 1986 e 2000 sotto la direzione del Prof. Antonio Guerreschi, docente si Paleontologia dell’Università di Ferrara; il docente ha condotto 15 campagne di scavo con l’aiuto di studiosi e studenti, trovando importantissime testimonianze delle frequentazioni umana risalente al oltre 80 secoli fa.  Il ritrovamento più rilevante è la sepoltura del Cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta importantissima, essendo, ad oggi, l’unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota (2150m), oltre alla straordinaria conservazione dello scheletro e del corredo funebre dell’uomo. Vittorino Cazzetta muore nel 1998 cadendo dal Corvo Alto mentre cercava altri reperti da aggiungere alle sue già ricca collezione. Il suo corpo verrà ritrovato solo dopo 14 mesi e sepolto il 12 agosto 1999. Oggi lo scheletro dell’Uomo di Mondeval e custodito nel Museo si Selva di Cadore. Museo dedicato allo scopritore di questo importante sito archeologico, Vittorino Cazzetta. All’interno del museo oltre allo scheletro si può trovare una preziosa collezione paleontologica che riproduce le tracce dei Dinosauri presenti sul Monte Pelmetto, assieme a rarissimi reperti e fossili. Un ultima sezione, al piano più alto dell’edificio, è dedicato alla storia della Val Fiorentino con reperti del periodo Eneolitico, romani, paleo veneti e una preziosa raccolta di pergamene antiche. Alla fine del percorso il visitatore trova una pannellatura relativa alle Miniere del Fursil e della Via della Vena d Colle Santa Lucia.

Vittorio Cazzetta, anno 1947, asciutto e robusto uomo di montagna di poche parole e poche frequentazioni: raramente consentiva che qualcuno lo accompagnasse nelle sue esplorazioni, che spesso duravano per un paio di giorni. Zaino militare d’annata, macchina fotografica, obiettivi, martello e amore totale per la sua montagna…. continua
Biblografia:
Guida storico-alpina di Belluno Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
Foto: Dell'Agnola Silvio

  Glossario:
Lesena: consiste in un fusto a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa con relativi capitelli e base. (è decorativo e non portante).
Parasta: è una struttura verticale (pilastro) inglobato in una parete, dalla quale sporge solo leggermente. È un elemento di sostegno della struttura.
Bifora: è divisa verticalmente in due aperture, divise da una colonna o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti.
Metopa: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra scolpita a rilievo, solitamente raffigurante un disegno, posta in alternanza ai triglifi.
Triglifi: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra, decorata con scanalature verticali (glifi): le 2 scanalature centrali sono uguali, mentre le 2 laterali sono la metà di quelle centrali e messe insieme formano la 3a scanalatura ideale. Da qui il nome triglifo.
Cella: “cella campanaria” si intende la parte alta del campanile dove alloggiano le campane.
Timpano: è la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, i cui tre lati si chiamano geison.
Ghimberga: indica un altissimo frontone, appuntito a forma triangolare, spesso traforato e ornato, che ricopre l'arco di una volta o di un apertura in un muro.
Aula: è la porzione che va dalla facciata al presbiterio e può comprendere una o 3 navate normalmente.
Navata: è la suddivisione interna di un edificio per mezzo di colonne o pilastri separati da arcate o architravi.
Presbiterio: è la parte riservata al clero officiante ovvero i presbiteri.
Abside: è la parte terminale della chiesa, può essere a base semicircolare o poligonale.
Paliotto: è la parte anteriore e decorata di un altare.
Ancona: dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull'altare. Termine riferito in particolare a opere del gotico e del primo rinascimento.
Biblografia:

Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
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